Riccardo La Barbera è un pianista sperimentale, un compositore e un performer. Nasce a Voghera nel 1974 in una famiglia di musicisti. Il papà suona la batteria mentre lo zio il violino, il piano, la chitarra e la fisarmonica; il fratello la batteria. Dall’età di 12 anni studia pianoforte classico e poi piano moderno con diversi maestri italiani. Frequenta l’Accademia d’arte a Voghera e approfondisce pianoforte Jazz all’Istituto Superiore di Studi Musicali Franco Vittadini a Pavia, dove, studiando musica d’insieme, entra a far parte di un’orchestra guidata da U. Petrin. L’orchestra composta da musicisti classici e moderni regala un’esclusiva esperienza personale e gli permette di esibirsi in tutta la regione lombarda. La passione per il Jazz nasce ascoltando il brano I’m A Fool I Want You della cantante Billie Holiday quando era adolescente, ma è attraverso le note di pianisti come Lennie Tristano, Thelonious Monk e Cecil Taylor che Riccardo La Barbera decide di seguire definitivamente questo filone musicale. Il Jazz è per lui “momento di continua ispirazione e spinta ultima alla sperimentazione”. Riccardo infatti usa una personalissima tecnica sperimentale che vede l’utilizzo parallelo del pianoforte classico, del moog moderno, di tecniche di piano preparato e l’uso della voce. Con l’accostamento del suono acustico a quello elettrico della tastiera, riesce a esprimere la sua arte dando vita un risultato sempre nuovo: un Jazz di ricerca dal sapore contemporaneo e attuale. La sua attività inizia soprattutto con concerti in piano solo, duo, trio e quartetto. In seguito, trasferitosi a Roma nel 2005, Riccardo lavora ad un’esclusiva modalità espressiva che coinvolge il linguaggio del corpo, della voce e di strumenti elettro-acustici come radio, megafoni, giradischi, piano preparato. Integra le sue esibizioni con performances di artisti diversi e sfaccettati come danzatori, pittori di live painting, attori, musicisti elettronici, giocolieri e video artists. I suoi spettacoli sono multiformi e la musica fa parte integrante della performance, non è un mero accompagnamento. Quello che crea è un happening teatrale sempre diverso in cui la musica diventa l’inscindibile stanza sonora dell’evento. Di recente ha anche pubblicato un manuale “Lezioni di piano (Dino Audino Editore – 2014) che racchiude elementi della sua didattica per pianoforte e teoria musicale. Strumenti: Pianoforte, tastiere, moog, strumenti elettro-acustici, radio, voce, giradischi, percussioni, megafoni. Stile: Jazz, improvvisazione, musica contemporanea, sound design, performances e arti multimediali Cos’è Jazz Piano Solo: È un concerto di piano solo con tecniche di piano preparato (percussione e pizzicamento delle corde del piano e l’inserimento di oggetti all’interno dello strumento) e l’uso della voce come momento di improvvisazione
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